scritto e illustrato da Arianna Papini
edito da Kalandraka
“Chi vorresti essere, Rebecca?” Avrei giurato che gli occhietti allampanati dei personaggi, i colori sbiaditi e terrosi, la rigidità delle strutture illustrative di questo libro avrebbero lasciato perlomeno perplessi i bambini. Io per prima avevo trovato inquietanti e poco comunicative a primo acchito le figure ritagliate e statiche con cui Arianna Papini racconta la trafila di fantasie di una bambina di nome Rebecca. In realtà non è così: ho scoperto testandolo che questo libro riesce a catturare l’attenzione dei bambini, trascinandoli in un percorso a staffetta che lascia un messaggio chiaro. Proprio loro, i bambini, lo colgono immediatamente: è davvero grande il dono che agli uomini è stato fatto, ovvero l’Immaginazione! La capacità tutta umana di immedesimarsi col cuore in altri esseri viventi e guardare i mondo con i loro occhi, stupirsene da un punto di vista che non è quello usuale, abbracciare tutto il creato in un unico grande sguardo e coglierlo in profondità. Una capacità alimentata dal desiderio di superare i propri limiti, da un’invidia costruttiva, per così dire, per le abilità che alcuni animali hanno. Dunque questo libro, che si legge in orizzontale come un calendario, ha richiesto da parte mia, lo ammetto, una rilettura, che mi ha indotto a comprendere il perché del piazzamento tra i finalisti del IV Premio Compostela per gli albi illustrati.
E anche della terna finalista del Premio Andersen, dice l’editrice molto fiera della sua autrice 😀