diretto da Chris Renaud e Kyle Balda
prodotto da Illumination Entertainment
distribuito da Universal Pictures
per ogni età
Rotondo, morbido, colorato. Assolutamente imperfetto, ma da vedere. Secondo nato, dopo Cattivissimo me, in seno alla nuovissima Illumination Entertainment, tratto da un libro di Dr. Seuss, autore di Ortone e il mondo dei Chi, questo film pur presentando dei limiti formali nella ridondanza degli accompagnamenti musicali (un po’ pesante la traduzione in italiano, a sostegno di quanti sostengono che l’unica lingua adatta al musical è l’inglese!) e in poche altre incertezze del montaggio, sviluppa magnificamente alcune idee chiave espresse nei film che l’hanno preceduto.
Innanzitutto il tratto grafico. Con Ortone, prodotto all’epoca dai Blu Sky Studios, Lorax ha in comune non solo l’autore del soggetto, ma anche uno degli sceneggiatori (Ken Daurio) e l’autore delle musiche (John Powell). Possiamo però ipotizzare che Chris Meledandri, ideatore per i Blu Sky de L’era glaciale, al momento di fondare l’Illumination Entertainment si sia portato appresso più di un esperto di CGI, in grado di ricreare la magia fluida e setosa della giungla di Ortone, la dinoccolata elasticità di certi personaggi e l’espressività coccolona di altri. Una firma grafica riconoscibile, che ci induce a recuperare subito nella memoria l’atmosfera del minuscolo mondo dei Chi. Questa volta i due mondi divisi, che un pregiudizio cieco, mirato a difendere interessi meschini, impedisce si incontrino e si riconoscano, sono giustapposti e addirittura identificati: il mondo com’è oggi non ricorda più com’era in passato e rinuncia a guardare al di là delle barriere che si è costruito, lì dove appare nel suo aspetto reale, deturpato. A Thneedville non esiste nessuna forma di vegetazione se non di plastica: comoda, igienica, controllabile da remoto, tramite pratici telecomandi. Ovviamente non ci sarebbe neppure aria buona da respirare, se un certo magnate dell’Ossigeno non avesse avviato un remunerativo commercio di aria in bottiglia, che costa poco e fa tutti contenti. Il nome della città d’altronde la dice lunga: Thneedville è la città dei “non bisogni”, senza problemi, dove anzi tutti gli ostacoli sono stati eliminati perché nessuno abbia a porsi domande e rimanga cheto al suo posto: un ingranaggio ubbidiente in una grande macchina economica.
Cosa può scuotere questo equilibrio? Una passione. Un ragazzo si innamora di una ragazza, la quale ha inspiegabilmente dentro un barlume di curiosità: vuole vedere un albero vero. Il ragazzo allora infrange il sistema. Esce dalle mura di cinta e va alla ricerca di un albero. Incontrerà il responsabile della distruzione di tutti gli alberi, il quale gli parlerà di Lorax, il custode della foresta e gli consegnerà l’ultimo seme da piantare nel cuore della città perché gli alberi riprendano a crescere.
Tanti gli spunti interessanti, sui quali attirare l’attenzione dei ragazzi cui suggerisco vivamente di proporre questo film.
Innanzitutto un’idea realistica e positiva di famiglia che può essere un contesto diseducativo e schiacciante come nel caso di Once-ler, ma che, come avviene per Ted, è spesso un luogo bislacco, in cui il padre non c’è e la madre è completamente soggiogata dalla mentalità dominante, ma all’interno del quale il ragazzo trova le energie per realizzare il suo progetto. Di fatto, la nonna, tipo non c’è dubbio anch’esso sopra le righe, è custode del più prezioso dei tesori: la memoria, sottile e tenace filo che collega Ted alla verità. La stessa madre, poi, al momento di difendere il figlio, il suo cuore, i suoi veri desideri, diventa una tigre.
Bella anche la figura di Lorax, non solo per la resa del personaggio e il simpaticissimo doppiaggio di Denny De Vito, ma per quel suo rivelarsi molto più del custode della foresta. Lorax ha a cuore tutto il Creato e di questo fa parte anche Once-ler. Prima ha la tentazione di eliminarlo, poi si rifiuta di impedirgli di radere al suolo tutto il bosco, come si rifiuta di fare “miracoli a comando”. “non è così che funziona”, dice. Lorax viene evocato dal dolore di un albero tagliato e ricompare solo alla fine, quando Once-ler ha compiuto tutto il suo percorso di espiazione. Unless, a meno che. Perché per tutti c’è una possibilità di redenzione. E anche Ted per cambiare idea, per capire e essere pronto a lottare per difendere il seme e coinvolgere i suoi concittadini deve avere pazienza e ascoltare tutta la storia di Once-ler, da principio. “Vuoi un albero?” gli dice il misterioso personaggio nella penombra quando lui gli mette fretta “Allora dobbiamo iniziare da principio”